- Primum vivere deinde philosofari
- Metafísico estáis.
- Es que no como
- Prima vivere, poi filosofeggiare
- Sei metafisico
- No, è che non mangio
L’ improbabile dialogo fra Kierkegaard e Ronzinante rappresenta bene la nostra cornice deontologica: mantenere l'equilibrio tra fra aspirazioni alte e le quotidiane incombenze.
Noi siamo progettisti, nel senso più letterale, di sviluppatori di ipotesi, cioè il nodo di congiunzione tra l’espressione creativa, il lavoro e la finanza. Siamo convinti che tale cerniera sia determinante per governare lo sviluppo delle comunità, eppure constatiamo che nel sentire comune sia percepita come un sovraprezzo bypassabile, un retaggio antico, di un tempo quando non esistevano le offerte chiavinmano.
Niente è immune dalla finanziarizzazione dell’economia, tantomeno le professioni liberali.
Next progetti in questo senso è una pietra rara. Persone (cioè percorsi, competenze, opinioni, …) si incontrano e talvolta si scontrano nella convinzione che il rapporto umano sia l’antidoto alla perdita di empatia, cioè la capacità di guardare con gli occhi dell’altro, superando la consueta antinomia tra committente e fornitore, da qualunque prospettiva la si osservi.
Certo, il percorso lineare tipo “lavoro guadagno pago pretendo” è immediato e di facile comprensione, ma noi, ostinatamente, perseguiamo la complessità.
Diciamo che è una questione di avverbi: meno “quanto” o “quando” e più “come”, “perché”, ovvero il tentativo di riflettere su paradigmi professionali che erroneamente appaiono assoluti, spesso stereotipati in modelli di derivazione anglosassone.
In questo scenario scivoloso ci siamo dati regole etiche, che sono le pietre angolari della nostra casa:
-
essere creativi, ovvero sottoporre a costante revisione critica le modalità operative più accreditate;
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essere adattabili, cioè non disdegnare l’evoluzione del mercato;
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essere rigorosi, nella difesa della correttezza professionale e del buon senso;
-
essere inclusivi, con le altrui sensibilità, professionalità, necessità, idee, ecc.